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Il parere dell’EFSA è stato richiesto dalla Commissione Europea, come base scientifica per revisionare la legislazione dell’ UE in materia di benessere animale.

Ma le conclusioni non sono state condivisa da molti dei rappresentanti del settore agricolo.

Vediamo nel dettaglio

L’Efsa ha valutato l’intero ciclo produttivo, dall’allevamento e dalla crescita dei giovani volatili all’allevamento di polli da carne e galline ovaiole, e ha proposto alcune azioni per migliorare il benessere animale sottolineando come questo sia anche un elemento chiave per la sicurezza della filiera alimentare, visto lo stretto legame tra benessere degli animali, salute animale e malattie di origine alimentare.

Gli esperti raccomandano quindi:-

  • di evitare l’uso di gabbie (al momento sono consentite quelle di almeno 750 cm² di superficie per gallina) e di mutilazioni (sono consentite quelle del becco nei pulcini con meno di 10 giorni)
  • danno alcune indicazioni sulla riduzione della densità dei capi per consentire agli animali di esprimersi, sul limite all’accrescimento, sull’utilizzo delle piattaforme sopraelevate per garantire il riposo e gli spostamenti dei volatili oltre che delle coperture esterne per favorire l’esplorazione e il foraggiamento, e sul regolamento dell’illuminazione negli allevamenti per migliorare il riposo e ridurre la paura degli animali.

I produttori dissentono

Per i produttori, l’attuazione di proposte così estreme comporterebbe la chiusura delle piccole e medie imprese nelle zone rurali, la perdita di competitività e l’aumento delle importazioni, con un massiccio aumento del prezzo della carne di pollame per i consumatori. 

Le preoccupazioni riguardano l’impatto socioeconomico di un eventuale attuazione di queste raccomandazioni, soprattutto in merito alla concorrenza internazionale che applica standard di benessere inferiori.

Il nostro parere sposa le conclusioni di Federbio

Il presidente Maria Grazia Mammuccini,Federbio, dichiara di essere favorevole a una normativa più restrittiva anche per l’allevamento biologico.

Tuttavia non si può chiedere alle aziende di cambiare se contemporaneamente non cambiamo le nostre abitudini alimentari.

Secondo la presidente, occorre ridare il giusto valore al cibo con un giusto prezzo per tutti. I produttori non devono essere costretti a produrre a costi superiori di quelli di vendita; dall’altra parte, noi dobbiamo imparare a consumare meno carne e più di qualità e basare la nostra alimentazione su concetti come la stagionalità, il rapporto diretto coi produttori, la lotta allo spreco di cibo.

Fonte: lifegate