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Da qualche giorno è in vigore La Direttiva (UE) 2019/633 del 17 aprile 2019, che prevede l’introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura,  s recepita in Italia dal Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 198.

Il nuovo anno è alle porte e tale novità interviene dopo un periodo così difficile e contorto per il settore agricolo, ma in generale alimentare schiacciato spesso da accordi non equi che penalizzano la c.d. parte debole ovvero il produttore.
Ricordo che la disciplina in esame infatti si applica solo ed esclusivamente ai rapporti B2B e quindi non al consumatore finale, che per intenderci acquista al dettaglio. Ma anche il consumatore beneficerà di tale importante svolta. Infatti se la filiera così come è stato prevista viene regolamentata cosi da evitare vendite al ribasso, le aziende produttrici non dovranno rinunciare ad alcuni canali di vendita, cosi da poter raggiungere più facilmente una fascia più ampia di utenti.

 

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