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Che la peste suina stia decimando interi allevamenti non è una novità, ma sin dai primi articoli e relazioni scientifiche, si è esclusa l’attacabilità all’uomo di questo rischio alimentare.

A Bologna kg di salsicce contaminante

Un sequestro di prodotti alimentari da parte dei carabinieri del Nas per mancanza di etichette conformi, ha portato alla luce la presenza del virus della peste suina in diversi snack importati per la commercializzazione in Italia. È accaduto a Bologna dove però il virus presente negli alimenti è risultato non trasmissibile all’uomo. La vicenda è emersa a seguito di un controllo disposto il 25 gennaio scorso dal dipartimento di sanità pubblica nei locali di un’azienda che si occupa di import di merci dall’estero.

La possibile trasmissibilità all’uomo

Su alcuni di questi quindi sono stati effettuati dei controlli di laboratorio a campione per capirne la natura da cui è emersa la presenza del virus della peste suina. Ulteriori esami eseguiti sui questi prodotti per la ricerca del virus della peste suina africana hanno dato esito positivo.

Ma tali esiti non hanno però confortato, la possibile infettività per l’uomo. Nei giorni scorsi infatti, l’Ausl ha deciso di negare il dissequestro della merce chiesto dalla ditta.

La preoccupazione della filiera, anche dei prosciutti DOP

Come si legge sul giornale di Il Piacenza, gli allevatori chiedono lo stato di calamità e la nomina di un Commissario unico che possa agevolare la gestione di una fase così delicata. Le aziende piacentine sono estremamente preoccupate, per la diffusione incontrollata ed i rischi ad essa connessa, sempre più gravi.

Il timore è quello che l’epidemia possa allargarsi al distretto dei prosciutti DOP ( Langhirano).

L’invito del Presidente della Confagricoltura Piacenza è quello di seguire l’esempio di interventi straordinari come la Francia, Belgio, Ungheria.

Non abbiamo più tempo da perdere.

Scrivono gli Allevatori

Fonti; Il Piacenza.it / fatto alimentare

Foto: (www.freepik.com) @timolina