Il covid ha segnato una vera svolta nel settore consegne a domicilio, ma a quale prezzo?
Ricordo le mie lezioni al master di diritto agroalimentare dove, professori, medici veterinari e magistrati ci hanno giustamente condotto in una direzione culturale ben precisa: food safety uguale genuinità e qualità dell’alimento, anche a casa!
I numeri del delivery Made In Italy
Per comprendere la crescita dei servizi di delivery, esplosi durante la pandemia, si può prendere come esempio la storia di Glovo in Italia: passata da un team di 8 persone in coworking a fine 2016, all’inaugurazione a metà giugno 2022 dell’headquarter a Milano, una sede di 1.000 mq nell’edificio Giardini d’Inverno, progettato dallo studio Caputo Partnership International, ma la società ha sedi anche a Roma, Torino e Palermo e un totale di 500 persone, senza contare le migliaia di rider sparsi sul territorio. ( Fonte Mark UP).
I settori vincenti per il quick commerce
Uno studio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, focalizzato sulla città di Milano, un laboratorio avanzato per organizzare la “città in 15 minuti”, ha raccolto il sentiment delle aziende del terziario sul delivery. Il settore maggiormente rappresentato è la ristorazione, con il 33%, seguito dal dettaglio non alimentare, che pesa il 24% e il dettaglio alimentare in sede fissa (la spesa da iper e supermercati) con l’11%, stessa percentuale dei servizi.
Cosa dice la legge
La normativa europea alimentare ( L.178/2002) per la prevenzione dei rischi collegati ai prodotti alimentari appunti, prevede un sistema di gestione che impone un controllo su tutta la filiera e quindi della supply chain aziendale. In altre parole il sistema utilizzato e più comune è quello dell’ l’Hazard-Analysis and Critical Control Points (HACCP) ideato negli anni Sessanta dalla NASA per assicurare la sicurezza microbiologica degli alimenti forniti agli astronauti.
E’ un autocontrollo, che fa capo ad un responsabile aziendale il quale ha l’obbligo di monitorare e ridurre al minimo il rischio, anche nella fase di trasporto.
I raider e l’assenza di formazione
Uno dei tanti problemi legati alla sicurezza alimentare è proprio l’assenza di formazione dei rider addetti alla consegna dell’ordine, che si accompagna all’altro grande e complesso problema dei sistemi di trasporto e dei mezzi impiegati.
Inoltre, per rispettare la catena del freddo, gli alimenti dovrebbero essere trasportati su veicoli muniti di contenitori con attestazione ATP (Accord Transport Perissable) che esistono in commercio, anche se per le loro dimensioni possono essere trasportati da moto o autocarri, ma non da scooter o biciclette.
La pulizia dei contenitori
Poco tempo, troppe consegne ed il business che avanza.
I contenitori controllati sono risultati assolutamente inidonei al trasporto di alimenti e bevande, assenza di pulizia tra un ordine e l’altro e soprattutto promiscuità assoluta di alimenti tra freddo e caldo.
Ingredienti ed allergeni
Altro profilo non di poco conto riguarda invece l’indicazione completa degli ingredienti che compongono un menù e quindi degli allergeni presenti che per legge, devono essere indicati anche nella vendita c.d. a distanza, con modalità chiare e distinguibili e non affidate alla spiegazione verbale dell’addetto.
Quante app presentano in maniera completa tali informazioni? poche.
Scenari futuri e indagini
Mangiare bene è un diritto ma informati un dovere
Questa è l’affermazione che dovrebbe rappresentare un modus operandi per tutti, operatori e consumatori, e che probabilmente ha ispirato anche Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche alimentari, che ha esaminato una delle sacche (quella apparentemente meno sporca) adibite al trasporto alimentare di Glovo, una delle principali aziende che si occupano di food delivery.
Sul fondo e sulle pareti laterali del box sono state trovate più di 200 colonie di batteri. Per avere un’idea di quanto fosse sporco – sebbene alla vista e all’olfatto sembrasse pulito – basta pensare che è il triplo di quelle che possono essere trovate sul pavimento di un ristorante quando durante un controllo sanitario verrebbe bocciato perché troppo sporco.
Ecco cosa emerge dall’inchiesta pubblicata sul mensile Gambero Rosso di luglio in edicola dal 28 giugno.
Corro a comprarlo!
Occhio al delivery e segnalate sempre
Dott.ssa Romano Roberta