I Prodotti ortofrutticoli italiani sono più sicuri? di certo sono sottoposti a regimi normativi molto più severi di quelli stranieri.
E’ da questa considerazione che trae spunto l’analisi portata avanti dalla Coldiretti che mette in guardia i consumatori sulla necessità di verificare la sicurezza dei prodotti extra UE acquistati.
E’ sempre così facile conoscere l’origine della frutta?
Bene, malgrado l’esistenza di una complessa ma importante regolamentazione che disciplina l’origine dei prodotti Ortofrutticoli, ancora oggi non è raro imbattersi in scaffali e banchi frutta “Omertosi”.
Proviamo a spiegare con parole semplici: Sono obbligati a dichiarare l’origine della frutta e della verdura coloro che operano a “valle” degli agricoltori e che sono iscritti nella Banca Dati Nazionale Operatori Ortofrutticoli (BDNOO). Al BDNOO devono essere iscritti anche i dettaglianti e gli operatori agricoli che superano i 60.000 euro annui. In pratica la responsabilità primaria della dichiarazione di origine della frutta e la verdura ricade sugli operatori che trattano grosse quantità. A cascata sono coinvolti i piccoli dettaglianti che sulla base delle informazioni loro fornite dai “grossisti” scrivono su un cartoncino l’origine; non sempre però è molto agevole sapere se hanno scritto il vero. Indicazioni certe si trovano nei supermercati che fanno parte di catene organizzate iscritte al BDNOO.
In pratica quindi i luoghi di vendita della grande distribuzione e i fruttivendoli specializzati hanno l’obbligo di indicare l’origine della frutta e la verdura. Ma quando si acquista a filiera corta (Farm Market) non c’è quest’obbligo.
La frutta italiana costa di più
Spesso ci imbattiamo in confronti tra clienti e operatori al dettaglio che finiscono spesso per lamentare aumenti ed ancora aumenti. C’è alla base una grande verità. La frutta e la verdura italiana ( europea) si può a volte essere più costosa, ma è anche la più sicura. Sicura intendiamo in termini di food safety, perchè, come oramai ho ribadito spesso nei miei articoli, l’imprenditore agricolo italiano ha e deve rispettare una serie di adempimenti importantissimi lungo tutta la filiera. Primo tra questi il divieto di impiego di fitofarmaci in misura non consentita.
Pesticidi stranieri
Alcuni Paesi europei, e in particolare quelli extra-UE, consentono l’uso di pesticidi più forti e in quantità maggiori rispetto all’Italia, gli agricoltori italiani sono soggetti a regolamenti molto più severi in merito. L’uso dei fitofarmaci in Italia è stato infatti ridotto drasticamente negli ultimi 30 anni, con una diminuzione del 50% rispetto al passato, per rispondere alle normative ambientali e sanitarie più stringenti.
Ma questo vi chiederete come incide? Questo grande cambiamento in termini di maggior tutela dell’Ambiente ha determinato per i produttori un aumento dei costi di produzione, difficoltà a fronteggiare problematiche del raccolto e così via.
I Prodotti più a rischio
Nel 2024, infatti, si sono verificati 165 allarmi contro i 115 dell’anno precedente, riguardanti prodotti ortofrutticoli importati in Italia, tra cui kiwi argentini, cachi spagnoli, pistacchi iraniani e turchi,funghi cinesi e mirtilli tedeschi.
Soluzioni
Una maggiore reciprocità normativa che renderebbe più eque le rispettive regole in campo agricolo potrebbe aiutare i consumatori a rischiare di meno. Da parte nostra possiamo, provare a compare frutta e verdura da piccoli agricoltori locali con i quali c’è un rapporto di maggior fiducia! e magari vedere gli appezzamenti di terra in cui insistono le colture.
Buon Weekend !