Abbiamo atteso ed è arrivato, il settimo censimento firmato ISTAT dedicato al comparto agricoltura.
Il periodo di riferimento è 2019-2020.
Una fotografia puntuale del settore agricolo e zootecnico che abbraccia una pluralità di profili: soggettivi ed oggettivi. Da chi conduce al tipo di coltivazione praticata.
Il Calo
Colpisce sicuramente il sensibile calo di aziende italiane, dimezzate rispetto al 2000. Ma in risposta a tale calo, il numero delle aziende di dimensione media è più che raddoppiata sia in termini di SAU che SAT.
Cosa sono SAT E SAU
Il SAT esprime la grandezza della superficie agricola totale, il SAU invece la superficie agricola utilizzata.
La gestione
il 93,5 % delle aziende agricole è gestito da forme individuali o società di persone. Ma le imprese individuali rappresentano la forma più diffusa rispetto alle altre.
Forme di possesso
Sensibilmente diminuiti i titoli di proprietà che hanno lasciato spazio a forme di affitto che da 4,7% sono passati a 10% o proprietà e affitto.
Alla permanenza di aziende di media dimensioni corrisponde un incremento degli ettari lavorati, aumentano quelle con almeno 30 ettari ed in particolare quelle con almeno 100 ettari.
La situazione al centro sud
La Campania soffre con un calo più deciso di aziende presenti con un – 42%.
Coltivazioni

Invariato tale profilo, continuano a predonomicare i seminativi ed in particolare quelli destinati alla produzione di granello con ben 135 mila aziende ed oltre 1 milione di ettari coltivati.
L’Olivo protagonista di 111 mila aziende Siciliane
Tra le coltivazioni legnose agrarie l’olivo resta il protagonista in Sicilia seguito poi dalla vite con il Veneto che vanta circa 27 mila aziende.
Allevamenti
Meno aziende zootecniche ma il comparto cresce più di quello agricolo. I capi allevati al 2020 sono 203 milioni dei quali 8,7 milioni suini e 5,7 milioni bovini.
La forza lavoro nelle aziende agricole
Cresce l’importanza della manodopera non familiare

Il Censimento 2020, pur confermando la predominanza della manodopera familiare rispetto a quella non familiare, evidenzia più marcatamente rispetto al passato l’evoluzione dell’agricoltura italiana verso forme gestionali maggiormente strutturate, che si avvalgono anche di manodopera salariata. Questo fenomeno è una conseguenza di quanto già osservato riguardo l’evoluzione delle forme giuridiche delle aziende agricole.
Sebbene, infatti, anche nel 2020 la manodopera familiare sia presente nel 98,3% delle aziende agricole (dal 98,9% nel 2010) e la forza lavoro complessiva sia diminuita rispetto a dieci anni prima (-28,8% in termini di persone e -14,4% in termini di giornate standard lavorate10), l’incidenza del lavoro prestato dalla manodopera non familiare aumenta significativamente.
Digitalizzazione
In dieci anni quadruplicata l’informatizzazione delle aziende agricole
Nel 2020 il 15,8% delle aziende agricole usa computer o altre attrezzature informatiche o digitali per fini aziendali11, una quota oltre quattro volte superiore a quella rilevata con il Censimento del 2010 (3,8%).
Nel decennio, l’incremento della digitalizzazione ha interessato tutte le regioni italiane, contribuendo a ridurre le disparità regionali. Il numero di aziende agricole digitalizzate è quasi triplicato in media (+193,7%) e quadruplicato in Calabria e Sardegna.
La crescita della diffusione di attrezzature informatiche e digitali nelle aziende agricole è stata molto più intensa al Sud (+247,0%), nelle Isole (+241,9%) e nel Nord-est (+205,5%), mentre nelle altre ripartizioni geografiche si è mantenuta sotto la media nazionale.
Se volete leggere il censimento completo cliccate sul download.